Festa del papà, un dolce guerriero della mia terra
Mio padre è nato sessantatre anni fa, in una famiglia contadina di sette figli, a Jurgežeriai – un villaggio nella parte centrale di Kalvarija – dove cresce l’erba di San Giovanni. Il luogo dove è nato mio padre è circondato da un bosco e un lago, dove da piccola andavo a pescare con lui. Come ogni Pasqua, ricordo benissimo che mia nonna da tradizione preparava le uova sode colorate per me e per i miei cugini. Le giornate trascorse insieme alla mia famiglia, lì in Lituania, erano momenti di gioia che tutt’ora ricordo con amore. Ed ecco che in occasione della giornata del papà, non potevo non raccontare i dolci istanti della mia infanzia.
Ho sempre ammirato l’uomo che mi ha messo al mondo per una serie di motivi. La mia ammirazione per lui nasce principalmente per la sua natura dolce, generosa e altruista. Nonostante la lontananza e il tempo che passa, mi sento di dover mettere per iscritto un legame speciale. Quando ho lasciato la Lituania e la mia famiglia avevo circa 18 anni, e mio padre nel frattempo ha continuato a svolgere il suo lavoro di sempre: il carpentiere. Il suo lavoro, sin da piccola, mi ha trasmesso curiosità, ma allo stesso tempo una sfumatura di nostalgia. “Papà, perchè le tue mani sono così ruvide?”, questa era la frase che gli ripetevo quando era buio, ogni volta al suo rientro. Amavo toccare le sue mani, ruvide, doppie e forti, che mi accarezzavano il viso a tarda sera. Mio padre – purtroppo – l’ho vissuto al crepuscolo, quando la luna già abitava il cielo ed io, il più delle volte, ero già distesa nel mio letto. Una vita trascorsa tra impalcature e cemento, però, non hanno mai messo da parte i gesti di affetto.
Mai dimenticherò una sera d’inverno, quando i fiocchi occupavano la vista della mia città, ed io, seduta con mia madre in cucina, ero in attesa del suo arrivo. Appena rientrato da lavoro, ricordo l’immagine stanca di un uomo che ha fatto di tutto per me e per la mia famiglia. Ad oggi sono mamma di tre bambini e, da genitore, apprezzo ogni gesto trasmesso. Grazie all’esperienza ho capito che è proprio vero il motto “conta la qualità del tempo, non la quantità”, e questo lo devo principalmente a lui. Essere adulti, poi, è difficile, ancor di più essere genitori in un mondo che ci mette costantemente alla prova. Ci ostiniamo alla ricerca dell’orgoglio, dell’irrequieta banalità di rinfacciare le cose non fatte, quando poi basta poco. Basta uno sguardo di complicità, basta una domenica mattina al lago a pescare, basta una carezza sul viso da due mani forti che – con romanticismo, ho sempre pensato – fanno da protezione a un cuore tenero.

Sono tre anni che non vedo mio padre e, nonostante le difficoltà che dobbiamo affrontare giorno dopo giorno, come la pandemia di Coronavirus e il delicato momento che sta invadendo l’Ucraina, mi sento una figlia fortunata. Il motivo lo si può immaginare, ed io non perdo di vista la speranza che proprio lui mi ha inculcato. Quando penso alle mie radici penso a lui, perché parte del mio cuore vive a ovest del Mar Baltico.
Ad oggi è come se rivedessi l’immagine della mia infanzia, ma negli occhi del mio compagno che per me è un papà perfetto. Quando Leo guarda con gli occhi pieni di amore Carmela, io mi immedesimo e penso: “Anche mio padre mi guardava così?“, e il mio cuore non esita un minuto e mi risponde “Sì”. La risposta l’ho sempre avuta con me, perchè è grazie alla sua dolcezza che io trasformo quella nostalgia in bei ricordi. Forse ho trascurato un particolare. Quando sono arrivata in Italia, nei primi tempi, avvertivo molto la mancanza del mio papà e, anche quando progettavo il futuro della mia azienda, il suo nome è stato il primo a rimbombarmi nella mente. Klemensas è il nome del mio papà, l’ho unito al mio nome di cresima Ada e dal 2005 il mio sogno porta anche il suo nome: Ada Klementi.
Per il 19 marzo, la festa del papà, sento il bisogno di ringraziarlo per la figlia, la donna e la mamma che sono.
Tanti auguri a tutti i papà del mondo, specialmente agli ucraini che purtroppo sono lontani dai loro figli per difendere la loro Terra.
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su tetes diena!